Regolamento

Ieri nel cuore della notte calaritana dei ragazzi di notevole aspetto si sono riuniti quasi per caso attorno al numero 8 di via Oslo.
Essi hanno ricordato un gioco, le cui regole conoscono vagamente da tempo immemore, ma al quale non hanno mai giocato. Le regole passate trasmesse per via orale tuttavia si sono assai corrotte e il gioco semplificato, ma l'idea è questa:

1.I giocatori sono ordinati strettamente in una lista.

2.Tutti i giocatori scrivono il proprio nome in un biglietto che mettono dentro ad un cappello.
Ogni giocatore estrae un biglietto a caso dal cappello.

3.Se un giocatore ha estratto il biglietto col proprio nome si ripete l'estrazione sinchè non accade diversamente.

4.Il nome sul bigliettino è la vittima del giocatore che l'ha estratto, chiamato invece assassino.

5.Ciascun giocatore può uccidere soltanto la sua vittima o il suo assassino colpendolo una volta con una pistola a molla o ad acqua. (Nel caso colpisca qualsiasi altro giocatore questi resta illeso. A morire è invece il giocatore che ha sparato)

Esistono a questo punto cinque tipi di omicidio:
- UCCIDERE LA PROPRIA VITTIMA: Qualora un giocatore uccida la proprio vittima, la vittima del morto diventa la sua nuova vittima.
- UCCIDERE IL PROPRIO ASSASSINO: Qualora un giocatore uccida il proprio assassino, diventa nuova vittima dell'assassino mancato del morto.
- UCCIDERE IL PROPRIO RECIPROCO: Questa situazione accade qual'ora due giocatori capitino ognuno dei due vittima ed assassino dell'altro. Dopo aver ucciso il proprio reciproco il giocatore risulta privo tanto di vittima quanto di assassino. E' quindi formalmente fuori dal gioco. Per reinserirsi (guadagnare cioè tanto una nuova vittima quanto un nuovo assassino) può uccidere un giocatore casuale del quale prende la vittima ed eredita l'assassino mancato.
- UCCIDERE UN GIOCATORE A CASO OSSIA NÈ VITTIMA NÈ ASSASSINO (FALLO): Questa manovra è proibita dalle regole. Accadrà quindi più che altro per incidente ogni qual volta si uccida quello che si è erroneamente creduto fosse il proprio assassino. Accertato questo caso è chi ha commesso il fallo a morire, e non il giocatore designato. La vittima del fallante diventa la vittima del suo assassino mancato.
- UCCIDERE UN FALLANTE (LEGITTIMA DIFESA): Chi si dovesse trovare contro un fallante che lo minacci puntandogli la pistola contro o sparandogli addosso non è tenuto a conoscere l'errore che questi sta attuando. Se ne avrà la possibilità molto probabilmente si troverà a reagire. Nel caso il legittimo difensore uccida il fallante NON ne guadagnerà la vittima, che andrà invece al suo assassino mancato.

6.Il morto ha il compito di iniziare una catena di sms che annuncia la sua morte e l'artefice di questa inviando un messaggio al successivo nella lista (ancora vivo) il quale deve rispondere con un messaggio di notifica il più presto possibile. Questo a meno che il morto non sia un fallante. In tal caso deve semplicemente annunciare di aver commesso fallo (poichè per l'appunto, formalmente non è stato ucciso da nessunO). Il suo assassino mancato si preoccuperà di richiedergli il nome della vittima che si trova ad ereditare.

7. Arrivati in vicinanza dello scontro finale sono eliminati tutti quei giocatori che non abbiano ucciso almeno un decimo approssimato per eccesso dei giocatori formanti la partita. Questo significa che se si gioca in dieci o meno ad esempio, oltre all'avversario della finale è necessario uccidere almeno un altro giocatore. Ugualmente se si gioca in un numero compreso fra venti ed undici sarà necessario averne uccisi almeno due e così via.

8. Il gioco finisce quando uno solo fra i giocatori è ancora in vita.

NOTA: il background
Quantomeno per quel che mi riguarda questo gioco non presenta nessun tratto che lo lega ad una particolare ambientazione o immedesimazione. Se andare in giro con una pistola giocattolo fa sentire il giocatore un mafioso od un killer e si comporta pertanto imitando situazioni filmiche è fondamentamentalmente affar suo. Al posto delle pistole per la meccanica del gioco sarebbero andate bene anche delle palline di gomma se non fosse che è più noioso portarsi dietro una busta di palline di gomma, e più divertente sparare.
Il fatto che il gioco sia privo di background significa che le sue regole devono essere osservate strettamente e che nulla vale qualsiasi richiamo al realismo: "se mi spari ad un dito non vale! Nessuno muore per uno sparo ad un dito!". Trovo quindi questa polemica fuori luogo, così come chi gioca al gioco dell'oca non obbietterebbe mai che "le papere non si muovono lungo caselle". Potrebbe pure essere bello giocare come una sorta di gioco di ruolo. Con interpretazione di un personaggio e tutto quanto. Sta di fatto però che bisogna chiarire si tratti di un altro gioco, le cui regole dovranno oltretutto essere ben più precise e ricche di queste, in quanto a relazionarsi col realismo i dubbi che vengono sono molti.
Proprio l'altra sera Fabio ha parato un proiettile tenendo davanti a se il giubotto. In un ottica realista è ovviamente folle. Quello che voglio dire è che secondo me invece è una mossa valida tanto se l'avesse fatto così o con un foglio di carta. O sarà necessario domandarsi che tipo di materiali possono essere considerati resistenti al proiettile e quali no, ed altre cose che penso sorgerebbero col tempo...

ma lo si fa a soldi???

Già sarebbe figo... perchè mettendo ognuno una quota alla fine il gruzzoletto per il vincente potrebbe essere bello cospicuo.

Il punto è che si tratta di un gioco senza arbitri e senza la possibilità di un controllo da parte del grosso dei giocatori sul singolo. Voglio dire: è facile barare... e se ci sono soldi di mezzo quest'atteggiamento è addirittura incentivato.